Nella fantastica cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Pechino, ma la cosa succede spessissimo, mi ha colpito la marea di gente che fotografava dagli spalti utilizzando il flash con un piacevole effetto di sfarfallio continuo.
La enorme diffusione di macchine fotografiche digitali ha messo strumenti per produrre immagini nelle mani di molte persone che non hanno alcuna nozione di fotografia. Gli automatismi sono sempre più sofisticati e in molte situazioni permettono di ottenere fotografie belle e corrette semplicemente inquadrando e premendo il pulsante, ma la cosa non è sempre vera.
La fotografia notturna a grande distanza è una delle situazioni che richiedono un minimo di conoscenza. La potenza di un flash si indica con un parametro che si chiama “numero guida” che diviso per la distanza indica la apertura del diaframma che va utilizzata per ottenere una corretta esposizione (è una definizione molto primitiva, ma è quello che serve per capire il fenomeno). Se si tiene conto che la maggior parte degli obiettivi comunemente usati ha una apertura massima del diaframma nell'intorno di 3,5 e che un ottimo flash esterno ha un numero guida di 50 facendo due conti si capisce subito come dopo qualche decina di metri a essere molto ottimisti il flash non serve a niente. In alcune situazioni il flash può essere addirittura dannoso perché in una situazione come quella delle olimpiadi c'è la testa di un altro spettatore nella inquadratura la luce del flash verrà riflessa da quel bersaglio vicino ed otterremo una foto deve la testa è l'unica cosa riconoscibile e la scena che vogliamo riprendere è praticamente nera.
Volendo riprendere una scena notturna la cosa migliore è escludere il flash e tenere la macchina ben ferma magari appoggiandola da qualche parte o usando un cavalletto: in questo modo si ottengono immagini molto più gradevoli senza consumare la batteria per lanciare un lampo di luce che nella strada tra macchina-soggetto e ritorno si attenuerà del tutto.
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